lunedì 9 maggio 2011

La superbia secondo la dottrina evangelica pentecostale

La superbia spirituale!
Il primo dei sette peccati capitali è l'orgoglio, ed è naturale che esso ci venga presentato per primo, perché come è scritto nel libro dei Proverbi nella Sacra Bibbia al capitolo 16:18: La superbia precede la rovina!

La superbia è quindi considerata una condizione mentale e morale che precede quasi ogni altro peccato. Qualunque peccato è egoismo in forma o in un'altra, e la superbia consiste essenzialmente in una smoderata stima di sé stessi e nel piacere che si prova al pensiero della superiorità sui propri simili.
In Proverbi 16.5,la Bibbia dice: Chi è altero d'animo è in abominio all'Eterno; certo non rimarrà impunito.
Sempre in Proverbi 29.23 si legge ancora: L'orgoglio abbassa l'uomo, ma chi è umile di spirito ottiene la gloria.

La superbia che Dio aborrisce non è il rispetto di sé stessi o un legittimo senso di dignità personale, ma la valutazione altezzosa ed eccessiva della propria persona, smodata in rapporto al nostro reale valore. E' quella ripugnante esaltazione di sé stessi che nausea sia l'uomo che Dio, che procede tronfia mente alla presenza dell'Onnipotente.

La superbia può assumere varie forme, ma essa resta sempre una conseguenza dell'alterigia del cuore umano. Alcuni inorgogliscono per il loro sembiante o per la loro razza, altri per le proprie attività, altri ancora per la loro posizione sociale.
In altre parole, l'orgoglio può essere spirituale, intellettuale, materiale e sociale.Ma il più detestabile tra essi è quello spirituale. E' appunto questa superbia dell spirito il peccato che provocò la caduta di Lucifero, ed è in realtà da qui che prese le proprie mosse il peccato.

In Isaia 14: 12-15 si legge: Come mai sei caduto dal cielo o astro mattutino, figliuol dell'aurora? Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le Nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: Io salirò in cielo, eleverò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio, io m'assiderò sul monte dell'assemblea, nella parte estrema del settentrione; salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile all'Altissimo. Invece t'han fatto discendere nel soggiorno dei morti, nelle profondità della fossa!

domenica 8 maggio 2011

la superbia

 " Per superbia si intende la ipervalutazione della propria persona e delle proprie capacità, correlata ad un atteggiamento di superiorità verso gli altri considerati inferiori.

Origini psicologiche
La superbia affonda le sue radici nel profondo dell'uomo, che è sempre teso alla ricerca e all'affermazione della sua identità. L'identità non è qualche cosa che si elabora al proprio interno, ma è qualche cosa che ciascuno negozia nel rapporto con gli altri, da cui attende il riconoscimento.
Il bisogno di riconoscimento nell'essere umano è fortissimo: forte al pari di altri bisogni più esistenziali…L'importanza personale..

Origini "storiche"
A un certo punto della nostra Storia, il Comunismo ha affermato che gli uomini sono tutti uguali. Da una parte, il diffondersi di tali convinzioni è stato benefico al progresso: gli uomini hanno incominciato ad avere pari opportunità indipendentemente da razza, credo, estrazione sociale.
D'altra parte, tuttavia, una forma esasperata di uguaglianza, riconosciuta per diritto di nascita, ha prodotto quell'omogeinizzazione dell'umanità che toglie ad ogni uomo la lotta per il riconoscimento, favorendo di conseguenza l'esplosione della superbia.

Anche il Cristianesimo, male interpretato, è stato utilizzato per affermare che gli uomini sono tutti uguali. In effetti il messaggio del Vangelo, secondo me, era un altro: Gesù affermava infatti che "gli uomini sono un Uno", non che sono tutti uguali, e la parabola dei Talenti ne è una dimostrazione…

Al contrario, in una società in cui vengono apprezzate le differenze, le persone possono essere orgogliose, nella accezione positiva del termine. L'orgoglio sano( fierezza) è quello che ci porta a difendere la nostra dignità di esseri umani, a rifiutare compromessi, a non farci calpestare, e ad essere soddisfatti di noi stessi quando ci realizziamo.
Nulla di buono potremmo fare senza una adeguata stima di noi, stima che dipende dalla consapevolezza delle nostre doti e dei nostri limiti. Ma quando l'orgoglio travalica, si trasforma in vanità, boria, e superbia.

Le soluzioni per correggere la superbia
Correttivo della superbia è l'umiltà, ma non quella che coincide con la diminuzione di sé fino al limite dell'autodenigrazione. Piuttosto, quell'umiltà che frena l'impulso ad ignorare i propri limiti e perseguire mete che non sono alla propria portata. La consapevolezza dei propri limiti concede ad ognuno di essere orgoglioso di sé senza doversi sottomettere ad un altro per umiltà, perché in questo caso non di umiltà si tratterebbe, ma di umiliazione.

Conclusione
Nella nostra cultura c'è poco fierezza e molta superbia, poca dignità e molta apparenza: per apparire si è disposti persino a svendersi e servire. É il degrado che crea uomini superbi senza fierezza e uomini servizievoli senza umiltà.
La superbia è servile: non deve stupire chi, dopo avere conosciuto potere e ricchezza, quando va in rovina non ha nessuna difficoltà a strisciare.

Quando qualcuno si mostra gentile e umile, può succedere che la gente pensi che sia un debole, e ne approfitti per calpestarlo con prepotenza. Ma dopo un po', tutti si accorgeranno che il suo comportamento non é dettato da debolezza ma da una grande forza morale e spirituale.

sabato 2 aprile 2011

Il peccato secondo gli evangelici pentecostali

I cristiani evangelici pentecostali credono che il peccato abbia avuto origine dalla tentazione, che avendo avuto il sopravvento nell'uomo abbia generato la disubbidienza al comandamento di Dio e dato luogo quindi al peccato.

Nel secondo capitolo del libro della Genesi c'è lo sfondo della caduta dell'uomo, parla della prima abitazione, della sua intelligenza, del suo servizio nel giardino di Eden, ed infine del primo matrimonio.
Particolare rilievo è dato ai due alberi del giardino:l'albero della conoscenza del bene e del male e l'albero della vita.
L'albero "proibito" fu creato per provvedere come per dire ad una prova, mediante la quale l'uomo potesse liberamente, per amore non per costrizione, scegliere di servire Dio e svilupparsi cosi nel carattere.

Particolare importanza viene posta dai pentecostali al libero arbitrio senza il quale l'uomo sarebbe solamente una macchina.
Che cos'è dunque il peccato?
Per definire il male, la Bibbia usa una grade varietà di termini. i quali ci insegnano molto sulla sua natura.
Nell'Antico Testamento il peccato viene intravisto nelle seguenti sfere:

Nella sfera della morale.
1 La parola più comunemente usata per il peccato significa < fallire il bersaglio>, ossia il peccatore fallisce il vero scopo dell'esistenza.
Perdere la via, come un viaggiatore che si trova fuori del giusto sentiero.
Essere trovati mancanti quando si è pesati nelle bilance di Dio.

In Genesi 4:7 il peccato viene definito come una bestia feroce pronta a balzare su chiunque le dia luogo.
2 <Raggiro> o <perversità> , quindi l'opposto di giustizia che letteralmente vuol dire < ciò che è dritto> o <conforme alla giusta regola>.
3 < Malvagità> che <infrange> o fa violenza alla legge di Dio.
Nella sfera della condotta.

La parola usata per indicare il peccato commesso in questa sfera significa violenza o condotta ingiuriosa ( genesi 6:11-Ezechiele 7:23-Proverbi 16:29)
Rigettando i freni della legge, l'uomo maltratta ed opprime i suoi simili.
Nella sfera della santità.
Ogni membro viene ritenuto a contatto con Dio ed era ritenuto Santo ossia appartato , messo a parte, le cose estranee a quella legge erano <profane> e colui che vi partecipava diveniva impuro.
Nella sfera della verità

Ingannevole, il peccato agisce parlando falsamente, alterando la verità e rendendo falsa testimonianza.
Il primo peccatore è stato un bugiardo, ed ogni peccato contiene in sé l'elemento dell'inganno.
Nella sfera della sapienza
Il peccato agisce empiamente perché non può o non vuole ragionare rettamente, l'uomo peccatore che ode l'esortazione la dimentica ed è facilmente condotto a peccare.

Essere privi di senno cioè coloro che, per mancanza di intendimento piuttosto che per propensione al peccato, sono vittime del peccato stesso, imperfetti nella sapienza essi sono soggetti a fare giudizi affrettati sulla Provvidenza di Dio, correndo verso l'empietà.

Stolto, schernitore ossia capaci di fare del bene ma incline alle cose carnali, materiali, ma anche increduli.
Nel nuovo testamento il peccato è descritto come mancare il bersaglio, come nell'Antico testamento.
Debito, l'uomo deve a dio l'osservanza dei suoi comendamenti quindi ogni peccato commesso è contrarre un debito con Lui.
Impossibilitato a pagarlo la sua solo speranza è nel perdono e nella remissione del debito stesso.
Violazione della legge.
Il peccato e trasgressione della legge, 1 Giovanni 3:4.

Il peccatore è un ribelle ed idolatra, perché colui che deliberatamente viola un comandamento sceglie la sua volontà, invece di quella di Dio.
Disubbidienza, trasgressione, caduta o fallo, sconfitta,empietà ed errore sono termini e definizioni usate molto spesso nel nuovo testamento.